MANDRAGOLA



MANDRAGOLA


(Testo e musica di Claudia Pastorino)



Le mie sembianze umane, solida centratura
non sono più una donna sempre in cerca di conferme
vomitato il polpettone propedeutico delle suore
però le riconosco ancora a cento metri dall’odore.

Le mie idee le ho masticate fino a farle sanguinare
ma tutta la radice non la riesci a sradicare
sto portando il mio secchio d’acqua per questo deserto
strappata ogni bandiera senza ritagliarne un’altra.

Ai discorsi senza azione preferisco l’abbaiare del cane
e cerco il senso dell’impegno che la libertà pretende.

E galleggiando in questo universo senza trovare una direzione
tra dogmi vecchi, tendenze nuove e poi i cliché sulla trasgressione
andremo via con le nostre domande, così più lievi delle verità
la grande ruota continua a girare nel circo della credulità.

Il coltello degli Dei dei tre figli di Abramo
non smette di infierire in ogni parte della storia.
Sto schiacciata nel presente e senza convinzioni
se non che tutti siamo effimeri individui migratori.

Ai tre sgherri di Abramo preferisco il morsicare del cane
e sto cercando il senso di un impegno spirituale sincero.

E Gatti neri, Eretici e Streghe se ascolti bene piangono ancora
annusa l’aria c’è ancora l’odore dei roghi e i loro sogni bruciati  
forse una nuova rivoluzione parte dal centro stesso dei cuori
intanto fuori è alta la luna,  “Iddio vi salvi, benigni uditori”.


["Iddio vi salvi, benigni uditori"  è il verso di apertura dell'Atto Primo della Commedia teatrale  LA MANDRAGOLA  di Niccolò Machiavelli,  1518]




Chitarre:  Gianni Martini
Basso:  Claudio De Mattei
Batteria e Percussioni:  “Dado” Sezzi
Armonica cromatica:  Enrico Testa





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