LIGYES
LIGYES
(Claudia Pastorino)
Σωκράτης: ἄγετε δή, ὦ Μοῦσαι, εἴτε δι᾽ ᾠδῆς εἶδος λίγειαι, εἴτε διὰ γένος μουσικὸν τὸ Λιγύων ταύτην ἔσχετ᾽ ἐπωνυμίαν
Socrate:
- Venite Muse dalla voce acuta! Questa qualità
vi proviene sia dal tono alto della canzone sia
dalla musicale Stirpe dei Liguri.
(Platone,
Fedro,
237a)
Attraverso imprevedibili trame
discendiamo da una Stirpe combattente
che ha fatto della Musica la sua spada
e nella Voce ha trovato una forza squassante
Musica che sei spirito e sei pane
Canto dell'universo, Suono primordiale
Sei Dio di libertà e di resistenza
per uscire dalla gabbia di questa nostra esistenza
Difendere la Musica da un nuovo nemico immanente
in questo Medioevo cibernetico non è cambiato niente
Questa storia è cominciata là venticinque anni fa
io non riuscivo a parlare
ma la sentivo vibrare e tuonare la Forza dei Ligyes
Là venticinque anni fa io non riuscivo a parlare
ma lo sentivo cantare e chiamare il Potere dei Ligyes
Cresciuta nel silenzio ed in segreto
collezionando i suoni e le parole
per trasformare in canto le emozioni
inventavo un linguaggio attraverso le canzoni
Musica, Madre, Padre, Famiglia
Musica, Sposo, Amante, mia Figlia
Sudore di lavoro e di fatica
Consolazione e alleata del percorrere la vita
Cercando in fondo ad ogni suono orgasmi musicali
in faccia anche alla morte come Musicisti del Titanic
Questa storia è cominciatà là venticinque anni fa
io non riuscivo a parlare
però io già appartenevo con forza alla Stirpe dei Ligyes
Là venticinque anni fa io non riuscivo a parlare
ma la sentivo suonare e gridare la Voce dei Ligyes.
I
LIGYES
I Ligyes, o Ligues, erano i popoli abitanti l'attuale
terra di Liguria, conosciuti già nell'antichità per le loro
doti canore.
I Ligyes cantavano anche in guerra:
prima e durante ogni battaglia i Ligyes cantavano e,
attraverso la potenza del suono della Voce, si infondevano
quella forza che permetteva loro di vincere anche quando in
numero inferiore all'avversario.
L’emigrazione della popolazione Ligyes inizia circa a metà
del III millennio a.C., dal Medio Oriente al bacino del
Mediterraneo, attraverso i Paesi nordici, sull’area del
Danubio, discendendo poi verso il Mediterraneo e le pianure
del Rodano e Padana.
Si forma nei secoli un postulato di parentela
ibero-ligure-paleosarda di tenacissima vitalità.
L’emigrazione continua e avviene per scambi commerciali,
soprattutto per la ricerca di quei metalli – di cui
erano ricche Sardegna e penisola iberica - atti a
forgiare lance da combattimento; i Ligyes trafficavano
in tessuti, porpora e rame. Erano molto dotati nella
coltivazione agricola (cfr. Stelo di La Spezia
raffigurante un aratro, età del bronzo).
Erodoto, VII,72: "Avevano piccoli scudi, aste non
lunghe, giavellotti, calzoni, elmi di cuoio intrecciato"
(450 a C.).
In talune epoche (VI – IV sec. a C.) furono alleati dei
celto-franchi contro i romani.
Diversi furono i tentativi dei romani (circa 200 a C.) di
abbattere intere tribù di Ligyes (che furono anche alleate
dei Cartaginesi, quando già stanziate sul mare), prima
verso i Ligyes Apuani, forzandoli a trasferirsi nel
meridione, poi nella valle dell’Alto Tanmmaro
(Tito Livio):
tentativi sventati sempre dai
combattenti Ligyes che finirono con l’insediarsi
definitivamente (IV – II sec. a C.) nel bacino nordico del
Mediterraneo (Spagna, Francia, pianura Padana, sino alle
coste dell’Istria).
Troviamo i Ligyes in Esiodo tra l'VIII e il VII secolo
a.C. e ancora - al termine del VI secolo -
in Ecateo di Mileto; nel IV secolo a.C. in Eudosso di
Cnidio, Avieno, Filisto di Siracusa, e ancora nel III secolo
a.C. in Eratostene di Cirene.
Nel corso del IV secolo a.C. il popolo ligure assume la
caratteristica incredibile del guerriero cantante e ce ne dà
conto Filisto di Siracusa, testimone si potrebbe dire
oculare degli eventi: dovendo fronteggiare l'invasione
dei Galli Senoni, i Ligyes combattono e cantano, e nel
combattere si stringono al loro capo Cicno, re della
Liguria, cantore e combattente, che muore cantando per il
dolore della tragica fine dell'amico Fetonte:
"E Cicno, re della Liguria, parente di Fetonte, fu mutato in
cigno mentre lo piangeva. E' lo stesso che quando muore
canta una dolente canzone" (Igino, Fabulae, 154).
Anche Plutarco nelle Vite Parallele, in Vita di Caio
Mario, parla della potenza vocale dei Ligyes in
combattimento (102 a.C.):
[15] I barbari si divisero in due tronconi,
i Cimbri marciarono verso il Norico, contro
Catullo; gli Ambroni, attraverso la Liguria, contro
Mario […] e si presentarono ai suoi occhi in numero
sterminato […] con voce e strepiti diversi da quelli di
altri popoli.
[16] Così li abituava [Mario abituava i propri
soldati] a sostenerne l’aspetto e a tollerarne la voce,
strani e feroci com’erano.
[19] I primi degli Italici a scendere in campo
contro costoro [gli Ambroni] furono i Ligyes che
risposero cantando essi pure lo stesso nome, che,
dicevano, era anche l’antica denominazione del loro
popolo. Più volte l’invocazione rimbalzò da
entrambe le parti: il canto fu ripreso e gareggiarono
per superarsi a vicenda nell’emettere più alta la
voce: così il canto incitò e inasprì gli animi.
Ma è Platone che consacra "la stirpe canora dei
Liguri": nel Fedro, quando Socrate ha bisogno di
ispirazione, invoca:
"Venite Muse dalla voce acuta! Questa qualità vi
proviene sia dal tono alto della canzone, sia dalla musicale
stirpe dei Liguri!"
(Platone, Fedro, 237a).
[Dal CD LIGYES di Claudia Pastorino,
2013]
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